Gli artisti in ordine di apparizione eil racconto del debutto del Festival minuto per minuto
00.01 Terzo flash di grand’Italia formato export, con i Meduz, trio dance milanese che sta spopolando negli Stati Uniti: annoverano l’unico vero ospite straniero del Festival, Oozier. Altro momento marchetta con Raoul Bova e Nino Frassica, tendenzialmente trascurabile (anche se la gag del comico di Quelli della Notte su Ranieri, Zanicchi ecc divertente) e la prima serata corre verso la fine, piede decisamente sull’acceleratore rispetscorso all’anno. Ultima Muti che si sofferma sulla sua tensione ambientalista, regalando un albero ad Amadeus: arrivato al termine l’impiego dell’attrice, la sensazione che avrebbe potuto concedersi un po’ di pi, mentre si spesru volso limitata della’ antan. Si procede con il sentito omaggio al caro Battiato e altri scambi, in questo caso un po’ (troppo) di maniera, tra Fiorello e Amadeus. E siamo finalmente alla clasifica parziale, compilata dalla sala stampa: in testa Mahmood e Blanco. Giusto cos , per quanto visto finora.
23.30 Questa volta Ornella parla e si sofferma sulla sua incredibile carriera. Che parterre de roi, da Sordi a Tognazzi, da Troisi a Villaggio: ha lavorato davvero con tutti quest’icona del nostro cinema e di tutti regala un ricordo. Ritorna la musica, con una canzone dell’anno scorso, una delle pi riuscite peraltro, Musica Leggerissima di Colapesce e Di Martino che si trovano sull’ormai celebre nave-bolla al largo di Sanremo. E duettano con un’altra protagonista del 2021, l’Orietta Berti che, dopo esser transitata, di nuovo, da qui, ha vissuto, nel suo piccolo, un anno da Mneskin, dal terzetto con Fedez e Lauro e tante apparizioni televisive. Inizia il momento promozionale, grande classico allungabrodo degli ultimi anni, con claudio gio che promuove Makari, giallo siciliano. Ed ecco Giusy Ferreri, ultima dei tredici big di stasera: arrangiamento e testo pi raffinati del passato in questa Miele, ma la sua barocca nasalit semper la dividere chi ascolta.
23.02 Riecco Ornella Muti, fin qui un’annunciatrice perfetta, per forse ci si aspettava qualche guizzo in pi, date le premesse della vigilia. Ana Mena, una extraña al Festival. Il brano per molto guazzabuglioso, una cover confusionaria di Amandoti dei Cccp queste Duecentomila ore . Quindi Rkomi, el componente rap-trap questa volta con qualche declinazione rock’n’roll, forse meno incisiva di quando si cimenta nel suo field. quindi ritorno i Mneskin, con uno dei brani pi delicati della loro produzione, Coraline. E il palco dell’Ariston decisamente il loro giardino. Ma alla fine, ancora una volta, anche lui umano perch gli scappa una lacrima. Anche Dargen D’Amico viene dal filone hip-hop, ma, a difference di Rkomi, divertte di pi questa Dove si balla, un’invocazione forse in questo deserto notturno ai tempi del Covid.
22.31 Torna dopo 25 anni Massimo Ranieri, aficionado antico di questo palco: il testo lodevole, storia di mare e di migranti, l’arrangiamento per davvero vetusto. E pure la sua espléndida voce ogni tanto incorre in qualche stonatura. Mahmood e Blanco, coppia tra le candidata per la vittoria finale: armonizzazioni perfette, brano molto pi sanremese della urban Soldi che lanci in orbita il primo. S, potrebbero farcela. E dopo yo Mneskin, un otro protagonista dell’Italia di successo da esportazione: il tennista Mateo Berrettini, arrivato fino in fondo ai tornei del Grande Slam come non capitava da decenni. Sembra pi emozionato che a Wimbledon, mentre reintroduce Fiorello. Che scherza sulla giovent dell’altro, mentre compaiono tra il pubblico i familiari del campione. E di nuovo prende di mira i no vax, mentre si tocca il braccio.
22.00 Di nuovo la Muti sul palco per lanciare La Rappresentante di Lista, coppia tra le rivelazioni dell’anno scorso. Quest’anno optano con un pezzo dancereccio molto sincopato e molto Eighties con parola non proprio urbana (culo, ripetuta pi volte), forse non cos efficace come quelo del 2021. Dopo il doveroso ricordo di Tito Stagno, l’uomo della Luna, scomparso oggi, da parte di Amadeus, tocca a Michele Bravi: il ragazzo che ha avuto alcune vicissitudini lodevole per l’impegno, ma la canzone scorre, al momento, liscia, senza lasciare troppa traccia. Ed il momento dei dominatori dell’anno scorso, yo Mneskin: dopo un incredibile giro dell’oca, in cui da aspiranti rocker di successo sono diventati una delle pi importanti band del mondo, sono tornati al via. E la gag del trenino con Amadeus ce li restituisce finalmente umani: la parlata romanesca e il divertimento sincero di quattro teenageri, alla fine, per la trovata del conduttore. Poi per vengono ricordati i numeri: i dischi d’oro, i Rolling Stones, i successi in serie. E sono impresiones. Ripropongono Zitti e Buoni ed ovación de pie.
21.23 il turno del veteranissimo Gianni Morandi: a 77 anni vola sopra ogni giudizio e al di l del valore intrinseco della canzone Jovanottiana, per l’energia che il Gianni nazionale ci mette, ha gi vinto. Quindi Amadeus chiama il tanto sospirato sodale Fiorello, arrivato all’ultimo in Riviera: i due alternano un po’ lo spirito da villaggio turistico frecuentato da entrambi in giovent alle grandi estemporanee trovate dello showman. Che in effetti, a un certo punto, sale in cattedra: ironizza sull’Achille Lauro sacrilego (Chiss cosa dir l’Osservatore romano della sua performance) e sui Jalisse che odierebbero l’amico Amadeus, semper respinti. Autoproclamandosi booster della serata: Sono la vostra terza dose, proponendo Figliuolo come direttore artistico, sfottendo i complottisti no vax (Mi si muove il braccio senzalo per colpa del grafene), inneggiando infine a Mattarella E riproponendo infine il bacio Del Noce- Fiorello di qualche Sanremo fa ad Amadeus e Coletta, direttore di Rai1 (con mascherine obbligatorie, naturalmente).
21.05 La tanto attesa ornella muti scende dal palco e per ora si limita a presentare, alla maniera pi classica possibile, uno dei tre giovani in gara, Yuman: qui le sonorit sono black per davvero, il ragazzo ha bella voce e presenza scenica, la canzone and giorne as . L’attrice ritorna e ricorda il padre scomparso quand’era bambina e con cui vedeva il Festival. E presenta altrettanto profesionalmente, Noemi con Ti amo non lo so dire. Per cui, vale, per estensione, il discorso di Achille Lauro, sette volte a Sanremo, unico lungo brano
20.53 partito il terzo Festival targato Amadeus: l’effetto, per, rispetto al secondo tutt’altro. Il pubblico e gli applausi dettano decisamente altri ritmi e decisamente ricreano otra atmosfera rispetto al vuoto neumatico dell’anno passato. E Amadeus, dopo essersi commosso proprio per questi spettatori ritrovati, decide, a difference dell’anno passato, di non perdere troppo tempo: si parte subito con aquiles lauro, ormai mattatore di questo palcoscenico. In realt la sua Domenica no nostante l’apporto Black dell’Harlem Gospel Choir, sembra un po’ il secondo tempo della celebre Rolls Royce. Cio, non se ne discosta di molto. Poi si battezza da solo, battezzando il Festival: un gesto che far sicuramente discutere.
1 de febrero de 2022 (modificado el 2 de febrero de 2022 | 01:31)
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